mercoledì 20 gennaio 2010

Campagna di recupero di Corso Sicilia

Scoperte le motivazioni dell'ingente presenza di forze dell'ordine in Corso Sicilia, piazza Stesicoro e nelle vie prossime a piazza Carlo Alberto (vedi Storie di ordinaria quotidianità).
Non si trattava di pericolo di attentato o della presenza di qualche personaggio importante.
Bensì l'Amministrazione Comunale ha trovato il modo per fermare la presenza di migranti che popolano con le loro bancarelle il mercato cittadino.
Lo stato d'assedio con la presenza di militari e ordine pubblico in tenuta antisommossa fa parte di un'operazione appoggiata dal Presidente Vicario del Consiglio Comunale, Puccio La Rosa del Pdl che già nel mese di dicembre esprimeva la sua soddisfazione per il lavoro della Questura nella lotta all'abusivismo commerciale.
Secondo il consigliere la repressione e i sequestri "per quanto necessari e indispensabili" vanno affiancati ad un'opera di recupero della zona, e il progetto è di collocare sotto i portici di Corso Sicilia mostre d'arte e di cultura permanenti.
Al momento non si vedono sculture e quadri ma solo arresti con tanto di pestaggi.

martedì 19 gennaio 2010

Storie di ordinaria quotidianità

Catania, 11.20 del mattino. Una ragazza tenta di uscire dal suo monolocale al pianterreno quando scopre che è impossibile aprire la porta a causa di una macchina posteggiata perfettamente davanti all'ingresso.
11.30. Inizia a chiedere aiuto ai vicini che si informano citofono dopo citofono su chi fosse il possessore dell'automobile.
Parte la prima telefonata alla polizia municipale che l'avvisa della mancanza di volanti al momento e la rassicura comunque del loro arrivo.
12.15. Il proprietario della vettura non si vede così come la pattuglia della municipale. La ragazza effettua la seconda chiamata in cui le forze dell'ordine si sorprendono che la situazione non si fosse ancora risolta da sola. Ma le assicurano di mandare degli uomini.
12.40. Terza telefonata al numero locale dei vigili urbani.
13.00. Arriva una volante e il carro attrezzi. Da lì a poco torna il proprietario della automobile che si scusa.
Il poliziotto manda via il carro attrezzi.
La ragazza esorta la mobile a fare almeno la multa per l'infrazione commessa ma il dipendente dello Stato afferma che il ragazzo è stato così gentile da essersi scusato più volte.

Un'ora e mezza di attesa, tre chiamate alla forza pubblica, vari euro spesi in chiamate, un importante colloquio universitario mancato, un'inutile uscita del carro attrezzi, un'illegalità scampata senza nemmeno una sanzione.

Durante quelle ore la municipale era impegnata insieme a una camionetta e varie volanti della polizia e a militari in piazza Stesicoro e nelle vie del mercato. Lotta contro l'immigrazione e i venditori ambulanti? Previsione di un attentato terroristico? Non si sa, perché nessuna notizia dell'ingente spreco di forze è apparsa sui quotidiani ma il mercato si presentava stranamente silenzioso e inanimato.



domenica 27 settembre 2009

Prima protesta contro Max Mara a Catania

Sabato 26 settembre finalmente è giunta anche a Catania la protesta contro Max Mara.
Sicuramente non è stata coreografica e con numerosi partecipanti come in altre città, ma è stata pur sempre un inizio.
Per prima cosa è stata avvisata la responsabile del negozio a cui è stato dato il volantino per i dipendenti, la sua reazione è stata pacata: i manifestanti erano liberi di esprimere le loro idee.
Si sono dati volantini ai passanti mentre si mostravano cartelloni e video per mezzo di due pc portatili tra la curiosità e l'indifferenza degli irriducibili dello shopping del fine settimana.
La cosa sorprendente è stata la presenza della questura per tutte le due ore della manifestazione allertata evidentemente dalla sigla aip sulla richiesta.
Non ha voluto che si continuasse a presiedere davanti al negozio, nonostante non fossero state occluse le porte d'ingresso, sia per una questione di luogo segnato sulla domanda fatta sia perchè è illegare protestare davanti ad un locale "essendo questo come una casa", secondo l'inviato della questura.
Nonostante questo il presidio per chiedere al marchio di diventare "fur-free" è continuato a qualche metro di distanza in maniera ovviamente pacifica, la paura di Max Mara e delle forze dell'ordine era infondata.








domenica 14 giugno 2009

The Sims 3 e i vegetariani

Riprendo questo blog dopo tantissimo tempo, ma almeno sarà chiara la versione italiana di questo gioco.
Sicuramente non muore nessuno, ci sono cose più importanti nella vita, ma tra tante altre piccole cose di tutti i giorni che infastidiscono c'è da sottolineare anche questa.

Nella versione italiana del gioco c'è scritto: "I sims vegetariani non mangiano mai carne e questa loro scelta li porta ad ammalarsi facilmente."


E questa è la visione che tanti bambini, ragazzini e adulti poco informati avranno dei vegetariani.
Sì, sicuramente i giochi non modificano il pensiero di chi li usa ma è certo che è un immagine che serve a portare avanti inconsciamente la visione dell'insalubrità della dieta veg.

La versione originale del gioco invece afferma: "Vegetarian sims never choose to eat meat, and doing so causes them to quicly become ill.".


In italiano dovrebbe essere tradotto in maniera molto spicciola: "I sims vegetariani scelgono di non mangiare mai carne, e fare questo può portarli ad ammalarsi facilmente" insomma, è interpretabile come un "i sims vegetariani si ammalano SE mangiano carne" e così può andare benissimo o un "i sims vegetariani si ammalano perchè scelgono di non mangiare carne"
Il problema è che la traduzione italiana del gioco ha deciso di usare la seconda interpretazione.
E secondo me questo contribuisce solo a portare avanti una cattiva informazione sull'essere vegetariani nella visione popolare.

martedì 1 luglio 2008

Clonazione per far rivivere l' amico scomparso

Cane eroe dell' 11 settembre verrà clonato.
Il cane di nome Trakr fu tra i primi soccorritori ad arrivare al World Trade Center
insieme al suo padrone James Symington e nei giorni successivi riuscì a trovare e a salvare diverse persone.
Ora il pastore tedesco ha una malattia neurologica che gli ha provocato la paralisi degli arti posteriori e per farlo rivivere il suo padrone ha acconsentito di farlo clonare dalla BioArts International, l'unica società con la licenza di clonare animali domestici.
L' azienda utilizzerà il clone di Trakr scelto per i suoi meriti nel "Best friends
again contest", un concorso per la selezione di animali da far rivivere.
Per Symington la clonazione del suo animale di affezione è un dono, perchè una parte di Trakr continuerà a vivere.
Il sito della BioArts International promuove i suoi progetti con pubblicità come:



Come si fa a ritenere che grazie alla clonazione possa ritornare il proprio migliore amico?
Soltanto perchè si utilizza il suo stesso codice genetico?
Seppur le caratteristiche fisiche saranno le stesse e l' azienda presentando i cloni di Missy, un altro cane-esperimento afferma che per la famiglia ci sono alcuni aspetti comportamentali simili, non tornerà in vita lo stesso individuo che si è amato.
Io non vorrei mai vedere la fotocopia del mio cane anche se da quando è morto mi continua a mancare, non sarebbe lui nonostante la somiglianza.
Ma per chi è disposto a spendere anche 150.000 dollari uno sfizio del genere non costa nulla... quando ci sono milioni di cani che possono essere adottati e tolti da canili lager o dalla strada e che sono desiderosi di dare e ricevere affetto.


lunedì 30 giugno 2008

Dura 32 giorni il viaggio verso il mattatoio (da Il Corriere della Sera)

Dal Corriere della Sera:

"Trasferte tra escrementi e malattie. I capi che sopravvivono finiscono in macelleria.

Nuova denuncia di Lav e Handle with care: le sofferenze delle pecore dall'Australia al Medio Oriente

MILANO - Dopo il viaggio dei cavalli dalla Spagna alla Puglia e quello dei bovini dal Brasile al Libano, una nuova traversata della morte finisce sotto i riflettori della Lav, la Lega Antivivisezione: quella subita dagli ovini nel loro trasferimento dall'Australia al Medio Oriente. La Lav partecipa alla coalizione internazionale «Handle with care» («Maneggiare con cura»), che ha tra le proprie finalità sociali la documentazione e la denuncia delle atrocità subite dagli animali durate il trasferimento dai luoghi di allevamento a quelli di macellazione. Le associazioni animaliste hanno diffuso un nuovo video choc che documenta il dramma vissuto dalle greggi durante il loro ultimo viaggio, una odissea che può durare fino a un intero mese.

CONDIZIONI DI VIAGGIO - Diverse migliaia di pecore - denuncia la Lav - muoiono durante la traversata oceanica, a causa dell'inappetenza (dopo essere state abituate a brucare l'erba non riconoscono come cibo i pellet di mangime concentrato) ma anche della salmonellosi, dovuta al sovraffollamento. Ci sono poi traumi e malattie respiratorie: ammassate sulle navi in condizioni spaventose e senza la possibilità di muoversi e sdraiarsi, costrette a stare per giorni sui propri escrementi. «La maggior parte dei Paesi importatori di pecore australiane - dicono alla Lav - non rispetta le linee guida per il trasporto e la macellazione degli animali, emanate dall'Organizzazione mondiale per la sanità degli animali, che anche l'Australia ha firmato».

PROTESTA CON L'AMBASCIATORE - Per questo la Lav ha chiesto al governo di Canberra, mediante una lettera inviata all'ambasciatore australiano in Italia, di adottare misure concrete per migliorare il benessere degli animali, nonché la sostituzione dell'esportazione di animali vivi con l'esportazione di carne refrigerata». La domanda di pecore vive da esportare in Medio Oriente era giustificata in passato da motivi religiosi, ovvero la necessità che la carne fosse «halal», ovvero derivata da animali uccisi secondo modalità in linea con i dettami religiosi. Tuttavia, fanno notare le associazioni animaliste, l'80% dei mattatoi australiani è già certificato «halal» e quindi il trasporto di animali vivi dovrebbe essere ormai di fatto superfluo.

«BUSINESS MONDIALE» - Il condizionale però è d'obbligo: «Il trasporto di animali vivi rappresenta ancora un grande business mondiale - fa notare Roberto Bennati, vicepresidente della Lav -, malgrado gli evidenti e seri problemi di salute e di sicurezza sanitaria che determina». Che non sono pochi secondo la Lav: lesioni ed ecchimosi, la cosiddetta carne Dfd (dark, firm and dry, ovvero scura, rigida e secca) provocata dal consumo del glicogeno nei muscoli a causa della spossatezza degli animali dovuta ai lunghi viaggi; la cosiddetta carne Pse (pale, soft exudative: pallida, molle, essudativa); contaminazioni da salmonella.

MALATTIE DA VIAGGIO - Non solo. I tassi di mortalità degli animali sono maggiori con temperature e umidità elevate. Secondo la Fao, il trasporto su lunghe distanze di animali da allevamento è un facile veicolo di diffusione di malattie, tra cui l'ipertermia maligna, i colpi di calore, la sindrome da stress. Durante i lunghi viaggi gli animali sono costretti a stare sugli escrementi e il gas di ammoniaca generato dall'urina può irritare le vie respiratorie sia degli animali che degli uomini. La carne che deriva da questi animali rischia dunque di essere carne di bassa qualità.

I NUMERI - Nel 2006, secondo i dati diffusi da «Handle with care», sono state esportate vive dall'Australia oltre 4 milioni di pecore. Il 99% di queste ha viaggiato verso il Medio Oriente. Il trasporto avviene con l'imbarco da 23 diversi porti australiani; i porti di destinazione sono invece 44. Uno studio ha evidenziato che il viaggio dalle fattorie di allevamento ai porti può variare dai 10 agli 850 chilometri e durare quindi dai 30 minuti alle 25 ore. Le operazioni di imbarco possono durare fino a 5 giorni, a seconda delle dimensioni della nave e degli animali da caricare. Il viaggio in mare, infine, può durare tra i 25 e i 32 giorni a seconda delle condizioni climatiche e dell'eventuale necessità di fare tappe intermedie. La percentuale di mortalità durante i viaggi è dell'1%, una piccola cifra percentuale che corrisponde però a migliaia di animali: 60 mila nel 2003 e 35 mila nel 2007."

Ecco il link per vedere il video (è di proprietà de La stampa e non posso inserirlo direttamente nel mio blog):

http://video.google.it/videoplay?docid=7589561969165334733&q=viaggio+pecore+lav&ei=nVRpSLSDEIiG2QLJ4czYDw

Finalmente le atrocità commesse sugli animali vengono raccontate anche dai
quotidiani e non solo dalle associazioni animaliste, e a dimostrazione di ciò ho preferito inserire l'articolo del Corriere.



giovedì 26 giugno 2008

Usa, decretato diritto ad essere armati

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha rafforzato il diritto individuale degli americani ad essere armati. Con una sentenza storica su come interpretare un diritto costituzionale sancito nel 1791, i giudici hanno bocciato un divieto a detenere le armi che era in vigore nella citta' di Washington.
La decisione ha spaccato i 9 giudici della Corte Suprema, che si sono pronunciati per 5-4. Il giudice moderato Anthony Kennedy si e' unito ai 4 membri conservatori portandoli alla maggioranza.
I giudici hanno così abolito il divieto, che era in vigore da 32 anni,
di tenere armi nella propria abitazione nel Distretto di Columbia, dove è situata Washington.
Questo ha chiarito meglio il secondo emendamento che era ancora dibattuto in tutti questi secoli.
Perciò da oggi gli Stati Uniti riconoscono la possibilità di essere armati come diritto costituzionale, paragonabile al diritto di voto o della libertà di espressione.
C'è da ricordare che gli Usa sono il Paese con più morti per arma da fuoco.
Le armi da fuoco, quasi una per ognuno dei 300 milioni di abitanti, causano 30000 morti l'anno.
Nel 2005, su 30694 persone 12.352 risultano vittime di omicidi; 17.002 di suicidi; 789 casi si sono rivelati incidenti; 330 persone sono state uccise in interventi della polizia (221 casi sono incerti).
Il numero dei feriti, secondo le statistiche del 2005, è più del doppio dei morti e per i giovani è la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali.
Interessante è il film di Michel Moore, Bowling a Columbine dove il regista ripercorre il problema delle morti causate da pistole e fucili in America partendo dalla strage in un liceo, la Columbine high school dove due ragazzi uccisero 13 studenti e una professoressa e ne ferirono 24.
Secondo Michal Moore non è tanto il possesso di armi quanto la paura del crimine scaturita negli americani dalle notizie diffuse dai media e dall' uso politico delle differenze sociali.
Per me però non possedere armi limiterebbe sicuramente le morti negli Stati Uniti dove la situazione è quella descritta nelle statistiche precedenti.
Ecco qui un breve cartoon sarcastico presente nel documentario "A brief history of the USA":